Luca c23-v55
22 la festa degli Azzimi 24 Il primo giorno della settimana
- Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato
- e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re».
- Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici».
- Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna».
- Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui».
- Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo
- e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a
Gerusalemme. - Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui.
- Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla.
- Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi, e insistevano nell’accusarlo.
- Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e
lo rimandò a Pilato. - In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
- Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo,
- disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi,
ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; - e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte.
- Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà».
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- Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!».
- Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio.
- Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù.
- Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!».
- Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà».
- Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano.
- Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita.
- Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.
- Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.
- Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.
- Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.
- Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”.
- Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: “Copriteci!”.
- Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
- Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
- Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra.
- Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
- Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
- Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto
- e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso».
- Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». - L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena?
- Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
- E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno».
- Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
- Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio,
- perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà.
- Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.
- Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto».
- Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto.
- Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.
- Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto.
- Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio.
- Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù.
- Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto.
- Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato.
- Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù,
- poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.